La Curva di Allen evidenzia l’importanza della vicinanza fisica tra individui nell’innovazione aziendale. Scopri l’ufficio del futuro con Stella33.
Indice dei Contenuti
Cos’è la curva di Allen?
La Curva di Allen, teoria coniata dal professore Thomas J. Allen del Massachusetts Institute of Technology (MIT) negli anni ’70, esamina la relazione tra la prossimità fisica e la frequenza delle interazioni tra individui all’interno di un ambiente organizzativo. La Curva di Allen rappresenta graficamente la diminuzione esponenziale della frequenza di comunicazione tra individui man mano che la distanza tra loro aumenta. Questo concetto ha avuto un’influenza significativa in molte aree, come la progettazione di edifici commerciali e la gestione di progetti lavorativi.
L’Origine della Curva di Allen
Durante la fine degli anni Settanta, il professor Allen intraprese un progetto per determinare come la distanza tra gli uffici degli ingegneri influenzasse la frequenza delle comunicazioni tecniche tra di loro. Il risultato di questa ricerca ha prodotto ciò che oggi è noto come la Curva di Allen. La curva rivela una forte correlazione negativa tra la distanza fisica e la frequenza delle comunicazioni tra postazioni di lavoro. In altre parole, più gli ingegneri sono vicini fisicamente, più spesso comunicano tra loro. Tuttavia, quando la distanza supera una soglia critica di 50 metri, la frequenza di comunicazione diminuisce notevolmente.
Significato e Applicazioni della Curva di Allen
Con l’ampia consapevolezza dell’importanza della comunicazione per l’innovazione, la Curva di Allen viene frequentemente insegnata e citata nella letteratura di gestione sull’innovazione. Questo principio ha avuto un forte impatto in molte aree, come la progettazione di architetture commerciali (ad esempio, il Decker Engineering Building a New York, il Steelcase Corporate Development Center in Michigan, il BMW Research Center a Monaco e il centro di assemblaggio e consegna Volkswagen a Dresda), nonché nella gestione di progetti.
In sintesi, la Curva di Allen ci ricorda che la vicinanza fisica tra le persone può favorire la comunicazione efficace e l’innovazione all’interno di un’organizzazione.
Recentemente, con l’avanzamento rapido di Internet e la riduzione dei costi delle telecomunicazioni, alcuni studiosi si sono chiesti come applicare la Curva di Allen nell’ambiente aziendale e hanno notato come gli effetti della frequenza di comunicazione in base alla distanza rimangano validi: ad esempio, uno studio del 1986 sulle email e una ricerca del 1989 sulla frequenza di comunicazione tra “siti di un produttore di computer geograficamente dispersi” hanno confermato la tendenza alla diminuzione dell’uso di tutti i mezzi di comunicazione con la distanza. Inoltre, la prossimità fisica continua a influenzare la comunicazione, poiché più spesso vediamo qualcuno di persona, maggiori sono le probabilità di comunicare anche tramite altri mezzi, come il telefono o altre piattaforme.
La Curva di Allen in ufficio e nei workspaces
Ovviamente, la Curva di Allen ha importanti implicazioni per il lavoro in ufficio.
Ecco alcuni punti chiave:
1. Smart Working e Prossimità: sebbene solo il 6.3% degli intervistati lavori totalmente da remoto, mentre il 51.2% lavora da remoto per 2-3 giorni alla settimana, coloro che praticano lo smart working parziale mostrano un netto aumento della soddisfazione per il proprio equilibrio tra casa e lavoro, le performance e la situazione lavorativa complessiva. La prossimità fisica influisce sulla frequenza delle interazioni e sulla percezione del benessere lavorativo.
2. Equilibrio tra vantaggi e svantaggi: nonostante i benefici dello smart working, ci sono fonti di stress e insoddisfazione associati. Ad esempio, il 47,8% degli intervistati ritiene che lo smart working abbia un impatto negativo sul rapporto con i colleghi, generando isolamento. Inoltre, il 69,7% associa lo smart working a un peggioramento della propria condizione lavorativa, pur non influenzando le performance. Questi svantaggi sono particolarmente importanti per chi supera i 45 anni di età.
3. Gestione del Tempo e Stress: il 52% degli italiani vede lo smart working come un modo per annullare i costi di trasferimento casa-lavoro, riducendo così lo stress e migliorando la gestione del tempo. Questo vantaggio è sottolineato dal pubblico con più esperienza e una maggiore età.
Come applicare la curva di Allen all’ufficio del futuro?
L’ufficio del futuro sarà più smart e modellato tenendo conto di vari trend, tra cui molti argomenti tecnologici dell’Industria 4.0. Dopo la pandemia e l’aumento della pratica dello smart working, i datori di lavoro stanno ripensando quanto e che tipo di spazio manterranno in ufficio e come assicurarsi che il nuovo ambiente di lavoro sia altrettanto salutare, attraente e stimolante.
La Curva di Allen può essere applicata all’ufficio del futuro in vari modi. Prima di tutto, può guidare la progettazione degli spazi di lavoro. Ad esempio, può suggerire la creazione di più aree condivise o “quartieri”, dove più colleghi possono lavorare insieme in modo flessibile. Questo potrebbe favorire la comunicazione e la collaborazione tra i membri del team, in linea con i risultati della Curva di Allen.
Inoltre, la Curva di Allen può influenzare come le organizzazioni gestiscono il lavoro da remoto: sebbene le tecnologie digitali abbiano reso possibile lavorare da qualsiasi luogo, la Curva di Allen suggerisce che la prossimità fisica può ancora giocare un ruolo importante nella facilitazione della comunicazione e della collaborazione.
La Curva di Allen e i performing workspaces secondo Stella33
La Curva di Allen offre intuizioni preziose su come la prossimità fisica influisce sulla comunicazione e sulla collaborazione: mentre le organizzazioni progettano l’ufficio del futuro, tenere conto di queste intuizioni può aiutare a creare ambienti di lavoro che favoriscano l’innovazione e la produttività.
L’obiettivo perseguito con Palazzo Isola Nova, però, non si limita a offrire uno spazio in cui il business possa prosperare — insieme al benessere degli utilizzatori — ma vuole anche essere quello di trasformare la location in un centro nevralgico che dia spazio alla community. Ciò porta con sé l’innesco di un meccanismo di attivazione di relazioni di business inedito (e impensabile in un contesto di uffici tradizionali). Mentre la vicinanza fisica migliora i livelli e la qualità della comunicazione, come suggerito dal professor Allen, lo spazio può farsi vero attivatore di una rete di relazioni e quindi opportunità di business, mettendo a contatto persone provenienti da settori diversi e innescando un proficuo flusso di know-how.
Il Team di Stella33 ritiene che l’evoluzione dell’ufficio si muova sempre più in direzione di soluzioni agili, impronte a innovazione, collaborazione, benessere e creatività. Ma soprattutto, ogni azienda è diversa e, per creare degli uffici che siano vere destination, serve tenere sempre conto di queste differenze anche nella progettazione degli ambienti: per questo Stella33 crea spazi personalizzati e pensati ad hoc, perché one fits one.